AUTOSTRADA: Rifiuti sotto la Valdastico Sud

20.02.2014 19:32

Valdasticosud 27 avvisi di garanzia per il sottofondo dell’autostrada l’ipotesi di reato e falso ideologico e trafico illegale di rifiuti in forma organizzata.

Zoom Foto

Un cantiere della Valdastico sud
 

VICENZA. La Direzione distrettuale antimafia di Venezia ha inviato 27 avvisi di garanzia nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta presenza di materiali inquinanti non inertizzati che potrebbero essere stati utilizzati come fondo nella costruzione della Valdastico sud. Gli avvisi non sarebbero ancora arrivati a molti degli indagati, ma l’inchiesta – come riportato in passato dal giornale – è in corso. Le ipotesi di reato sono falso ideologico e traffico illegale di rifiuti in forma organizzata.
L’atto da parte della Dia era dovuto in quanto, per verificare l’eventuale presenza di rifiuti non inertizzati, si renderà necessario un esame tecnico irripetibile, un carotaggio del fondo autostradale che poi sarà analizzato. Di conseguenza gli indagati devono potersi tutelare nominando eventualmente dei periti di parte. Tra gli indagati ci sono i vicentini Attilio Schneck, in quanto presidente dell’autostrada Brescia-Padova all’epoca dei fatti, Antonio Beltrame (Acciaierie Afv di Vicenza), Fabio Zanotto (Egi Zanotto di Marano), Paolo Cornale (Ac.S.G. Palladio di Vicenza) e Mauro Saccon (R&C di Altavilla Vicentina).

 

Da “Il Giornale di Vicenza”

 

Tra i 27 indagati c’è anche Schneck

Le accuse: falso ideologico e traffico illegale in forma organizzata. Spuntano i nomi della Mestrinaro, della Beltrame e di molti imprenditori di Treviso e Vicen…za

  VICENZA — Falso ideologico e traffico illegale di rifiuti in forma organizzata. Sono questi i reati che la Direzione distrettuale antimafia di Venezia ha attribuito, a diverso titolo, a 27 persone nell’ambito dell’inchiesta sulla presenza di materiali non inertizzati (rifiuti di acciaieria molto inquinanti) interrati sotto al manto autostradale dell’autostrada A31, Valdastico sud. Indagato, tra gli altri, Attilio Schneck, coinvolto nell’inchiesta in qualità di presidente del Consiglio di amministrazione, all’epoca dei fatti, della Brescia-Padova. Oggi invece Schneck è presidente della A4 holding, società che controlla la Serenissima. Raggiunto da avviso di garanzia anche Flavio Orlandi, veronese, in qualità di presidente del consiglio di amministrazione, nonchè amministratore delegato della Spa Serenissima Costruzioni. Coinvolti anche Valeria Caltana, trevigiana di Quinto di Treviso, presidente del consiglio di Amministrazione nonchè amministratore delegato della Mestrinaro spa di Zero Branco, e Antonio Beltrame, vicentino presidente del Cda e amministratore delegato della società Acciaierie Beltrame spa di Vicenza. Le altre persone coinvolte nell’inchiesta sono tutte titolari o responsabili del comparto tecnico relativo alle ditte che gestivano lavori, progetti, analisi dell’autostrada A31, parte sud.

 

Il reato, «traffico illegale di rifiuti in forma organizzata», prevede l’esistenza di un «articolato apparato organizzativo finalizzato all’aggiramento delle prescrizioni e quindi ai relativi costi connessi alla gestione dei rifiuti con conseguente profitto per tutti i soggetti coinvolti». La pena prevista per questo illecito può andare da uno a sei anni di carcere. L’avviso di garanzia agli indagati è arrivato il tre luglio scorso, con una notifica, da parte della Distrettuale antimafia dell’atto relativo ad «ad accertamenti tecnici non ripetibili». Le porzioni autostradali sottoposte ad analisi sono i lotti 4, 5 e 6. Ovvero il Montegaldella- Albettone, lo Svincolo Albettone-Barbarano, e il viadotto Bisatto nei comuni di Albettone e Agugliaro. Il magistrato ha rilevato che «a seguito dell’incarico conferito in forma collegiale ai professionisti sottoindicati ( Paolo Rabitti e Gian Paolo Sommaruga, ndr) sono emersi elementi che fanno ritenere fondata la denuncia presentata congiuntamente da AIEA (associazione italiana esposti amianto) e da Medicina Democratica Onlus Vicenza, sicché si rende necessario esperire una consulenza tecnica di natura irripetibile limitatamente ai lotto in cui è stata suddivisa la costruzione dell’autostrada A31, tronco Vicenza-Rovigo». L’inchiesta partì nel 2011 proprio su iniziativa di AIEA e Medicina democratica, che scrisse un esposto inizialmente spedito alla procura di Brescia, che già indagava su un’inchiesta gemella di «seppellimento» di materiale non inertizzato (acciai non trattati secondo le norme) sotto la superstrada Brescia- Bergamo-Milano. La procura bresciana, in un momento successivo, ha deciso di inviare i fascicoli ai colleghi dell’antimafia veneziana consegnando le carte alla pm Rita Ugolini.

Sul tavolo del magistrato anche le foto dei mezzi che spalmano il materiale sul manto stradale. Scatti che l’avvocato vicentino Edoardo Bortolotto ha allegato all’esposto presentato dall’associazione Medicina democratica e dall’Associazione italiana esposti amianto. Il problema sollevato dalle associazioni è principalmente quello dell’inquinamento della falde sottostanti i comuni tagliati dalla grande opera. Inquinamento aggravato nei periodi di pioggia intensa, riscontrato in più di un’occasione dai residenti e che può avere, in un arco di tempo relativamente lungo della vita umana, effetti altamente nocivi. «In questo esposto avevamo riposto la volontà di evidenziare il modo illecito di costruire. Noi non siamo contro le infrastrutture – evidenzia Maria Grazia Rodeghiero, responsabile delle due associazioni – ma contro l’illegalità». «Ora si scopre che le denunce hanno una reale consistenza e la giustizia procederà per accertare la verità – continua la portavoce, precisando che – le due associazioni hanno fatto da catalizzatore degli umori locali». Tutto era cominciato da un cittadino di Albettone, una delle località in cui passerà la Valdastico Sud. Il suo cane aveva bevuto da una pozza non lontana da un cantiere ed è morto quasi subito per una perforazione all’intestino dovuta all’elevata acidità dell’acqua dei canali. Così ha deciso di fotografare il traffico sospetto di camion e ha immortalato con alcuni scatti i mezzi della Serenissima Costruzioni e del gruppo Locatelli mentre spianano scarti di lavorazione industriale in mezzo ai campi. Tutto allegato poi nell’esposto presentato in procura, che ora ha fatto partire le informazioni di garanzia nei confronti di ventisette persone.

 

Roberta Polese Benedetta Centin da “Il Corriere del Veneto”

 

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