l Comitato Vicentino No Ecomafie ringrazia Don Albino Bizzotto e porta un “regalino”

20.02.2014 19:33

 agosto 30th, 2013 by comitatovicentinonoecomafie

 

 

 

 

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Il Comitato esprime pubblicamente la sua solidarietà al lodevole gesto compiuto da Don Albino e lo ringrazia per il suo interessamento a quello che sta facendo il comitato, contro la Valdastico Sud e la finta green economy. Alcuni dei nostri iscritti domenica sono andati a far visita a Don Albino e hanno esplicato sul problema dell’ecomafia presente nel Veneto e del materiale non a norma sotto la Valdastico Sud.

E’ stato consegnato a Don Albino, alcuni reperti del materiale trovato nei cantieri e presso i caselli in fase di inaugurazione. Termina oggi, il digiuno di Don Albino Bizzotto, il quale aveva deciso di digiunare per far comprendere quanto sia ampia la devastazione del territorio in Veneto e quanto sia importante contenere la cementificazione. Quello di Don Albino e di molti altri che stanno proseguendo il suo gesto è un atto di coraggio ma questo coraggio deve dare forza a tutti noi per portare avanti con decisione  le nostre cause coinvolgendo sempre più i cittadini.

A metà giugno Legambiente ha, infatti, presentato il rapporto Ecomafie, i nomi e i numeri delle illegalità ambientali. I numeri ci devono far riflettere tutti 6,7 miliardi di euro di fatturato, 34.120 reati accertati, 28.132 persone denunciate, 8.286 sequestri effettuati. Tra la regioni italiane, il Veneto ha registrato un incremento del 18,9% degli illeciti accertati dalla forze dell’ordine, scalando la classifica fino all’undicesimo posto: sono state registrate nella regione 995 infrazioni, pari al 2.9 per cento del totale, 939 persone denunciate, una arrestata e 196 sequestri. Il 9 gennaio 2012 a Venezia la Regione ha  firmato un protocollo ai fini di prevenire tentativi della criminalità organizzata nel settore dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture. Questo ruolo assunto è però in larga parte non operativo. Alcune delle procedure previste sono ancora ferme ha spiegato Legambiente in un comunicato stampa, diffuso dopo aver inviato una lettera in merito al presidente della Regione Veneto Luca Zaia, e in particolare la trasmissione alle prefetture da parte delle Province sui dati relativi alle attività di cava.

L’Osservatorio Ambiente e Legalità di Venezia ha verificato tramite ufficiale domanda ai competenti funzionari delle Province, quale fosse lo stato di avanzamento della procedura. Il dato più allarmante proviene dalla Provincia di Padova dove è stato fatto presente come non sia pervenuta alcuna indicazione operativa in merito al Protocollo in oggetto. In effetti anche le Province di Belluno e Rovigo  hanno comunicato che stanno procedendo alla trasmissione dei dati ma che la Regione non ha dato nessuna indicazione in merito. Le Province di Verona, Treviso e Vicenza non hanno risposto alle richieste di informazioni. Dal giorno della famosa firma  a questo protocollo sono passati ormai venti mesi senza che la Regione si sia minimamente attivata per dare le indicazioni operative alle Province. Serve subito maggiore e concreta attenzione verso il fenomeno delle ecomafie nel nostro territorio partendo proprio da controlli rigidi e coordinati sulle attività estrattive di cava e di fiume che sono a rischio infiltrazione da parte dei criminali del ciclo illegale del cemento che continuano ad operare nel nostro Paese. Concreta attenzione richiediamo anche noi con il nostro comitato  per le montagne di scorie industriali illegali che sono state messe  sotto i manti stradali con l’aiuto di tecnici di laboratorio, e dei  trasportatori di cui ormai sono note le ditte incriminate. Le procure ordinarie accertano i reati, ma non riescono a vedere cosa c’è dietro, dobbiamo aggredire il fenomeno che sta causando  forti inquinamenti e mette in pericolo la falda acquifera. Inoltre vogliamo impedire la camorra dei rifiuti dal Nord al Sud Italia, molte morti soprattutto nella zona della Campania dove montagne di rifiuti veneti sono stati sotterrati illegalmente  stanno uccidendo avvelenando anche molti bambini.

 

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