Legambiente presenta Ecomafia 2014

13.06.2014 12:07



29.274 INFRAZIONI
ACCERTATE PER 321 CLAN CENSITI E UN BUSINESS ILLEGALE DI 15 MILIARDI
DI EURO, 28.360 LE DENUNCE E 160 GLI ARRESTI SOLO NEL 2013. AUMENTANO
I REATI NEL CICLO DEI RIFIUTI E CONTRO LA FAUNA, RADDOPPIANO NEL
SETTORE AGROALIMENTARE MENTRE CALANO GLI INCENDI DOLOSI. 21 LE
AMMINISTRAZIONI COMUNALI SCIOLTE PER CONDIZIONAMENTO MAFIOSO NEGLI
ULTIMI 16 MESI LA CORRUZIONE SI SNODA SU TUTTO IL TERRITORIO SENZA
SOLUZIONE DI CONTINUITÀ "SENZA LA TUTELA PENALE DELL'AMBIENTE E
UN'ADEGUATA LEGISLAZIONE ANTICORRUZIONE LE MAFIE PROSPERANO E
AMPLIANO LE LORO ATTIVITÀ" LEGAMBIENTE PRESENTA ECOMAFIA 2014 NOMI
E NUMERI DELL'ILLEGALITÀ AMBIENTALE IN ITALIA "FERMARE
L'ECOMAFIA, RILANCIARE L'ITALIA"




SONO 29.274 LE INFRAZIONI
ACCERTATE NEL 2013, PIÙ DI 80 AL GIORNO, PIÙ DI 3 L'ORA. IN
MASSIMA PARTE HANNO RIGUARDATO IL SETTORE AGROALIMENTARE: BEN IL 25%
DEL TOTALE, CON 9.540 REATI, PIÙ DEL DOPPIO DEL 2012 QUANDO ERANO
4.173. IL 22% DELLE INFRAZIONI HA INTERESSATO INVECE LA FAUNA, IL 15%
I RIFIUTI E IL 14% IL CICLO DEL CEMENTO. IL FATTURATO, SEMPRE
ALTISSIMO NONOSTANTE LA CRISI, HA SFIORATO I 15 MILIARDI di euro
grazie al coinvolgimento di numerosi clan (ben 321) che  per i loro
traffici hanno potuto contare spesso sull'aiuto di funzionari e
dipendenti pubblici consenzienti o decisamente disonesti che hanno
semplificato iter e processi autorizzativi in cambio di sostanziose
mazzette. E se l'aggressione ai beni comuni continua senza sosta e
senza troppi scossoni, cambia la geografia degli ecocrimini, sempre
più insofferente ai confini territoriali e amministrativi (sia
regionali che nazionali o internazionali), così come mutano le
strategie criminali e i modus operandi. I rifiuti, ad esempio, non
finiscono solo sotto terra, ma anche nei circuiti del riciclo in nero
o del finto riciclo, i soldi incanalati nei circuiti finanziari
internazionali.


CI TROVIAMO QUINDI, DI
FRONTE AD UNA IMPRENDITORIA ECOCRIMINALE, CARATTERIZZATA DA UN VIVACE
DINAMISMO, A CUI FA DA CONTRALTARE L'IMMOBILISMO DELLA POLITICA
NAZIONALE: nel nostro Paese vige ancora una legislazione a tutela
dell'ambiente del tutto inadeguata, a carattere sostanzialmente
contravvenzionale e basata su una vecchia impostazione che riconosce
massimamente le ragioni dell'economia tralasciando i costi
ambientali, sanitari e sociali.


ECOMAFIA 2014, il dossier
di Legambiente che monitora e denuncia puntualmente la situazione
della criminalità ambientale - DEDICATO QUEST'ANNO ALLA MEMORIA
DI ILARIA ALPI E MIRAN HROVATIN E DEL SOSTITUTO COMMISSARIO DI
POLIZIA ROBERTO MANCINI, RECENTEMENTE SCOMPARSO PER LA MALATTIA
CONTRATTA PROPRIO A CAUSA DELLE INDAGINI SUI TRAFFICI DEI RIFIUTI
CONDOTTE TRA CAMPANIA E LAZIO - è stato presentato oggi a Roma
nel corso di un convegno cui hanno preso parte la Direttrice generale
di Legambiente ROSSELLA MURONI, il coordinatore dell'Osservatorio
Ambiente e Legalità di Legambiente ANTONIO PERGOLIZZI, il
Procuratore nazionale antimafia FRANCO ROBERTI, il Ministro della
Giustizia ANDREA ORLANDO, il Ministro dell'Ambiente GIAN LUCA
GALLETTI, il Presidente della Commissione parlamentare AntimafiaROSY
BINDI, il Presidente della Commissione Giustizia della Camera
deiDeputati DONATELLA FERRANTI, il Presidente della Commissione
Ambientedella Camera dei Deputati ERMETE REALACCI, il Presidente di
LegambienteCampania MICHELE BUONOMO, il direttore di Libera ENRICO
FONTANA, ilPresidente nazionale di Legambiente VITTORIO COGLIATI
DEZZA.


"Reati ambientali e
corruzione sono strettamente connessi - hadichiarato il presidente di
Legambiente VITTORIO COGLIATI DEZZA -. E all'inizio di quest'anno
sembrava possibile uno scatto politico inavanti per affrontarli
finalmente con strumenti adeguati. Il disegno dilegge sui reati
ambientali approvato alla Camera e la gestazione inParlamento di un
disegno di legge sulla corruzione sono iter necessari ea nostro
avviso non più rinviabili. Invece, ancora una volta, sono bloccati.
La commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiutinon è
ancora operativa. E gli inquinatori festeggiano. Perché
senzal'approvazione della legge che inserisce i reati ambientali nel
codicepenale, che seppure troppo limitata e imperfetta
rappresenterebbe unchiaro indirizzo e magari anche un punto di non
ritorno nella lotta alleecomafie, sarà difficile istituire inchieste
e colpire gli ecocriminaliche nonostante i danni pesantissimi inferti
alla comunità eall'ambiente continueranno a farla franca".


"Ecomafia 2014 - ha
dichiarato la direttrice nazionale di Legambiente ROSSELLA MURONI -
evidenzia un nuovo aspetto delle attività degli ecocriminali che si
muovono con strategie sempre più sofisticate camuffate di legalità
che si espandono verso nuovi settori. SUL FRONTE DELLA CORRUZIONE È
NECESSARIA UNA RISPOSTA URGENTE PERCHÉ È PROPRIO L'AREA GRIGIA DEI
FUNZIONARI PUBBLICI CORROTTI CHE ARRICCHISCE E RENDE ANCOR PIÙ
POTENTE L'ECOMAFIA. Nelle banche straniere transitano soldi
accumulati trafficando rifiuti, prodotti alimentari contraffatti e
opere d'arte rubate. Diminuisce leggermente il numero dei reati che
diventanoperò più gravi, invasivi e pericolosi. La corruzione, la
complicità di quella che abbiamo chiamato 'area grigia' dei
funzionari pubblici consenzienti, amplifica il fenomeno che riguarda
tutta l'Italia e si allarga all'Europa, danneggiando pesantemente
l'economia legale, consumandone spazi e risorse e condizionando
profondamente alcuni settori strategici, come quello delle
rinnovabili ad esempio, dove le organizzazioni criminali investono
sempre di più approfittando dei prestiti e degli aiuti europei che
gli permettono di ripulire i profitti illeciti attraverso attività
economiche legali".


LA LIEVE FLESSIONE DEL
BUSINESS ECOCRIMINALE (nel 2013 pari a quasi 15 miliardi di euro
mentre era 16,7 miliardi l'anno prima), è dovuta al calo degli
investimenti a rischio, passati da 7,7 a 6, in una sorta di spending
review per cui diminuendo la spesa pubblica diminuiscono anche le
occasioni di guadagno per le cosche. Rimane sostanzialmente invariato
il business illegale dei rifiuti speciali, pari a 3,1 miliardi di
euro e il fatturato dell'abusivismo edilizio, stabile a 1,7 miliardi.


ANALIZZANDO LE TIPOLOGIE
DI REATO, ECOMAFIA 2014 EVIDENZIA UN LEGGEROCALO DELLE INFRAZIONI
RISPETTO AL 2012 (-14%), dovuto soprattutto alla riduzione degli
incendi, un aumento delle denunce (28.360, erano 28.132 l'anno
precedente), il calo dei sequestri (7.764 nel 2013, 8.286 nel 2012),
mentre il numero degli arresti rimane stabile a 160.


Dal gennaio del 2013 ad
aprile di quest'anno sono 21 LE AMMINISTRAZIONICOMUNALI SCIOLTE PER
CONDIZIONAMENTO MAFIOSO.


AUMENTANO I REATI NEL
CICLO DEI RIFIUTI, passando da 5.025 a 5.744, 14,3%, con 6.971
denunce (+ 15,9%) e 90 arresti: 90 (+3,4%). Salgono anche i
sequestri: 2.318, + 3,9%.


Il 40% dei reati avviene
nelle 4 regioni a tradizionale insediamento mafioso, Campania in
testa con 953 reati, il 17% del totale, seguita da Puglia, Calabria e
Lombardia. Tra le provincie, prima è Napoli seguita da Roma quindi
Reggio Calabria e Salerno.


NEL CICLO DEL CEMENTO
CALANO I REATI: 5.511 nel 2013 (-12,7%, erano6.310 scorso anno) e
salgono gli arresti (21), calano denunce (7.155) e sequestri (1.566).
Il 44,2% dei reati avviene nelle 4 regioni a tradizionale presenza
mafiosa, Campania in testa, seguita da Puglia, Calabria, Lazio,
Sicilia e  Toscana. Napoli è la provincia più colpita.


ECLATANTE IL BOOM DEI
REATI NEL SETTORE DELL'AGROALIMENTARE che dai 4.173 reati del 2012
passa a ben 9.540 con il raddoppio delle denunce e 57 persone
arrestate.


SALGONO ANCHE I REATI
CONTRO LA FAUNA con infrazioni per commercio illegale di specie
protette, abigeato, bracconaggio, allevamenti illegali, pesca di
frodo, maltrattamenti e combattimenti clandestini: 8.504 totali, più
6,6%, con l'impennata degli arresti che passano da 7 a 67, 7.894
denunce e 2.620 sequestri. La maggior parte dei reati si registrano
in Sicilia con 1.344 infrazioni, seguita da Campania (1.075) e Puglia
(953).


Nel complesso, il 47% dei
reati ambientali è avvenuto in CAMPANIA, Puglia, Calabria e Sicilia.
Regioni dove si registra anche il record delle persone denunciate
(4.072), degli arresti (51), e dei sequestri (1.339).


La regione del centro
Italia con più ecocrimini è il LAZIO con 2.084 reati, 1.828
denunce, 507 sequestri e 6 arresti, mentre la prima regione del Nord
è la LIGURIA con 1.431 reati. A livello provinciale la classifica
vede in testa Napoli, seguita da Roma, Salerno, Reggio Calabria e
Bari.


BUONE NOTIZIE SUL FRONTE
INCENDI, che diminuiscono notevolmente: dagli 8.304 del 2012 ai 3.042
del 2013 (- 63%), dimezzate le persone denunciate (da 742 a 375) con
calo degli arresti (da 21 a 7) e dei sequestri: da 154 a 88. 
Nonostante ciò, rimane alto il numero di ettari di superficie
boscata percorsi dal fuoco: 1.304. Se la creazione del catasto delle
aree bruciate e il monitoraggio messo in campo da un numero crescente
di amministrazioni ha funzionato da deterrente, speriamo che il trend
positivo sia confermato anche nei prossimi anni. Il fenomeno degli
incendi boschivi vede la Puglia in cima alla classifica delle regioni
più colpite.


Numerose truffe in questi
anni hanno contaminato il mondo della GREEN ECONOMY e delle energie
rinnovabili, un settore strategico per affrancare il paese dalle
fonti fossili e per fronteggiare la crisi investendo su innovazione e
tecnologie pulite che però ha subìto gli effetti della deregulation
che domina il settore, permettendo a cosche e comitati d'affari
spesso in joint-venture di mettere a segno colpi importanti a scapito
delle imprese oneste.


Altra frontiera della
criminalità organizzata risulta essere quella dei CENTRI COMMERCIALI
E DELLA GRANDE DISTRIBUZIONE ORGANIZZATA, dove 'ndrangheta e camorra,
al sud come al nord, si sono inserite come soggetto imprenditoriale a
tutto tondo. Non si parla più solo di pizzo infatti, perché la
criminalità si 'occupa' dell'intera filiera: entra nella gestione
dei cantieri, controlla assunzioni e forniture, sfrutta le attività
commerciali per riciclare e ripulire denaro sporco.


Per concludere, non
poteva mancare un approfondimento sulla TERRA DEIFUOCHI, dove la
sospensione dei campionamenti sui suoli a rischio e il mancato
rispetto delle scadenze previste dalla legge sembrano l'ulteriore
prova di scarsa pianificazione e coordinamento delle istituzioni.
Sono tante, troppe le domande senza una risposta, a partire dal fatto
che dopo vent'anni di immobilismo ora scatta l'emergenza rifiuti
radioattivi. Per questo CHIEDIAMO AI MINISTRI DELL'AMBIENTE, DELLA
SALUTE E DELLE POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI UN DECISO
CAMBIO DI PASSO. SERVONO TRASPARENZA E CERTEZZE SULLA PROGRAMMAZIONE
DEGLI INTERVENTI E SUI TEMPI. Occorre procedere in maniera spedita:
rafforzando l'attività di repressione dei fenomeni di smaltimento
illegale, dando piena attuazione ai programmi di prevenzione
sanitaria e di analisi epidemiologica (buona parte dei comuni
interessati sono ancora senza Osservatorio sui tumori), procedendo
alla delimitazione e alla successiva bonifica delle aree contaminate.

https://www.legambiente.it/contenuti/dossier/rapporto-ecomafia-2014

Pubblicato il11 giugno 2014




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