«Pfas», scatta l'offensiva Analisi e controlli sui pozzi

29.06.2014 18:05

Nei prossimi giorni i Comuni emetteranno le ordinanze per verificare la
qualità dell'acqua servita nei Comuni della Bassa

 

La centrale di Almisano che serve anche 13 Comuni della Bassa
veronese

Controlli sui pozzi privati già in estate e analisi sugli esseri umani a
partire da settembre. Sono queste le prossime misure adottate dalle autorità
regionali per combattere l'«emergenza-Pfas». A presentarle sono stati ieri,
nella sede dell'Ulss 20, i massimi vertici della sanità veneta: dall'assessore
Luca Coletto al segretario generale Domenico Mantoan passando per la
responsabile della direzione prevenzione Francesca Russo e Massimo Valsecchi,
responsabile prevenzione della 20.
I rappresentanti della Regione hanno
fornito il quadro della situazione ad un anno esatto dall'emersione di un
problema che non ha ancora trovato una soluzione definitiva. Sulla scorta di un
percorso avviato anni fa dall'Unione europea, nel giugno del 2013 a Venezia si è
scoperto che l'acqua destinata al consumo umano era contaminata da inquinanti
per nulla naturali: le sostanze di origine chimica perfluoroalchiliche, che
vengono utilizzate per rendere resistenti ai grassi ed all'acqua tessuti, carta
e contenitori per alimenti ma che per la legge nemmeno esistono. Non ci sono
infatti in Italia normative che stabiliscano qual è il valore massimo in cui
possono essere presenti nell'acqua ad uso alimentare. Tanto che la loro presenza
non influisce sulla potabilità. «Anche se», ha sottolineato Valsecchi, «al
momento è impossibile dire con certezza se l'acqua distribuita dall'acquedotto è
buona o no. Quello che possiamo dire è che concentrazioni come quelle che stiamo
registrando qui non stanno mettendo in allarme nessun altro Paese e che nelle
persone esposte a questo inquinamento non sono stati registrati problemi
particolari».
Tuttavia, è anche vero che adesso, sulla scorta delle
indicazioni del ministero della Salute e dell'Istituto superiore di Sanità, che
peraltro è ora partner tecnico della Regione in seguito all'approvazione di una
convenzione, Venezia sta mettendo in piedi una serie di controlli. «Per quanto
riguarda l'acquedotto», ha spiegato Russo, «l'abbattimento degli inquinanti
attuato con l'installazione di filtri a carboni attivi da parte degli enti che
gestiscono gli acquedotti ha permesso di ridurre nel giro di soli tre mesi la
presenza dei Pfas entro i livelli che vengono considerati più restrittivi in
Europa, quelli adottati in Germania, ma restano molti aspetti da indagare».
Ovvero lo stato dell'acqua prelevata dai pozzi che pescano nelle falde - dovrà
essere analizzata a proprie spese dai privati dell'area a maggiore rischio, che
è formata 21 Comuni, tra cui Cologna, Pressana e Zimella, sulla scorta di
ordinanze emesse nei prossimi giorni dai sindaci - e la salute degli abitanti
residenti nel territorio di 150 km quadrati oggetto dell'inquinamento. Cosa,
questa, che sarà possibile grazie ad un biomonitoraggio che partirà a settembre
e che nella prima fase interesserà 200 persone.

Luca Fiorin


Buondì a tutti, rispondo solo adesso perchè  sono in ferie e non ho facile
accesso a internet. Qualcuno di voi c'era alla conferenza stampa di cui si parla
nell'articolo? A me sembra che ci siano un sacco ci imprecisioni, per esempio
quella che i filtri avrebbero abbattuto i pfas entro i limiti tedeschi. Basta
andare a leggere i rapporti di prova pubblicati sul sito ulss 20 per rendersi
conto che non è vero.
Nel 2014 tutti i campionamenti sono risultati
superiori, quello più basso a san bonifacio, circa 150 ng per litro, comunque
superiore a 100. Il testo dell'articolo di fiorin qui riportato è completo?
Qualcuno ha l'articolo originale. 

Vicenzo Cordiano
Inviato da iPad

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