Viale Margherita, nuovo park e palazzina. Perchè non nel lotto dismesso?

20.02.2014 19:03

 

Scritto da Giulio Todescan in www.nuovavicenza.it

Duecentocinquanta posti auto sotterranei e, forse, un edificio alto fino a 7 metri e mezzo (tetto non compreso). Il futuro dell’ex distributore Esso in viale Margherita, chiuso da qualche mese, non è più affare di ipotesi e illazioni: è scritto nero su bianco nelle tabelle del Piano degli Interventi adottato dal consiglio comunale e ora nella fase delle osservazioni (che si possono depositare fino al 27 dicembre). Per un quartiere già gravato dalle costruzioni intorno al tribunale di Borgo Berga sarebbe una nuova iniezione di cemento e traffico: si parla del terzo parcheggio in poche centinaia di metri, se si sommano quello da poco aperto a Borgo Berga (400 posti) e quello dell’ex Gil, nei piani dell’amministrazione Variati.
Il “Progetto Urbano 1 Viale Margherita” interessa un lotto di 11.343 mq che comprende l’ex distributore più il terreno circostante, ad ovest di viale Margherita, delimitato dall’ansa del fiume Retrone. Circa 2.500 metri quadri, grossomodo l’area occupata dalla Esso, sono di proprietà dell’ingegner Roberto Zaccaria. Per il resto la proprietà è comunale: la corsia ovest del viale con il curvone che circonda il distributore, l’argine, le aiuole.
Un accordo pubblico-privato non è ancora stato firmato, ma le trattative sarebbero a uno stadio avanzato, e il Comune ha le idee piuttosto chiare: parcheggio con annessa palazzina al servizio dell’università, con negozi o aule per attività culturali. Le prescrizioni relative al PU1 in realtà non sono così chiare, soprattutto non è chiaro se il parcheggio è in alternativa alla palazzina o se le due cose andranno a braccetto. Questa la dicitura completa: «L’ambito è assoggettato a PUA e a perequazione, come da art. 54 di PAT, per la realizzazione, da parte dei proprietari, di parcheggi interrati nel numero minimo di 250 posti auto ad uso pubblico con tariffa convenzionata o, in alternativa, alla cessione gratuita al Comune del 40% dell’area di proprietà privata e di un edificio a servizio della mobilità e della vicina sede universitaria. Le destinazioni d’uso ammissibili sono: commerciale di vicinato, pubblici esercizi, attività culturali e associative. Nell’ambito è inoltre ammesso l’incremento volumetrico del 20%, rispetto al volume in progetto, a condizione che venga realizzata una passerella ciclopedonale sul Retrone».
Una dicitura che lascia spazio a interpretazioni diverse. Ma che l’intenzione sia costruire lo conferma il diretto interessato, l’ingegner Zaccaria: «Costruire il parcheggio mi costa circa 3,5 milioni di euro: l’area è interessante perché ci sono università e tribunale, ma la gestione comporta oneri importanti. C’è un accordo di massima e c’è già stato un incontro con la Sovrintendenza per studiare il caso». Zaccaria racconta gli antecedenti: «Alla precedente amministrazione proposi di cedere quel lotto al Comune in cambio di un permesso a costruire da un’altra parte, ma non mi diedero retta. Ora finalmente la situazione pare sbloccarsi». Parliamo di un’area delicata, che nelle mappature del Pat ricade in pieno nel centro storico, con vincolo monumentale (D.Lgs. 42/204 – Art. 6).
Il vincolo, come si evince dalle mappe del P.I., è doppio, in quanto bene culturale e bene paesaggistico. Un decreto del ministero della Pubblica Istruzione del 25 gennaio 1967 ha definito il luogo “belvedere naturale”: «La zona predetta ha notevole interesse pubblico perché offre la visione di un panorama naturale ed urbanistico di straordinaria bellezza (…) una spaziosa radura dalla quale lo spettatore vede allinearsi numerosi antichi edifici e ha modo di abbracciare da un lato la bellissima vista del colle di Monte Berico e dall’altro quella della città, il cui profilo risulta pittorescamente mosso da torri, chiese, campanili, cupole». Così la Gazzetta Ufficiale dell’epoca.
Il vincolo fu ottenuto dopo una prima richiesta arrivata nel ’62 dalla commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali presieduta dal professor Renato Cevese. Cinquant’anni più tardi, dopo il massiccio taglio dei platani negli anni scorsi, del viale panoramico che porta alle scalette di Monte Berico rischia di rimanere ben poco. Dall’altro lato della strada sono previsti non solo l’ampliamento dell’università (area ex Cosma, sulle rive del Bacchiglione), ma anche un ulteriore Progetto Urbano (“PU2 Viale Margherita ex Fro”) che prevede altezze fino a 15,5 metri dove oggi si trovano capannoni in disuso e in parte riadattati. Una domanda sorge spontanea, direbbe Antonio Lubrano: perché non costruirlo lì il parcheggio, invece che lungo l’ansa del fiume?

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